mercoledì 6 novembre 2013
A RESPIRO TRAFITTO - Poesie di Gabriele Peritore
Il poeta sembra dire: viviamo in un momento di confusione, perché è proprio l’essere umano che è confuso e io provo a raccontarvi questa confusione.
Il verso di Gabriele Peritore è tendente alla prosa, ma è anche una partitura musicale (vicina al Jazz) che l’autore esegue per il lettore. Un lettore attento, ovvio perché la poesia prevede lettori attenti, non orecchianti.
Peritore si spinge oltre e prova, ogni tanto, a portare il suo verso a diventare puro suono.
Come afferma lui stesso, si traveste da fazzoletto, da rossetto, da lenti a contatto, da crema profumata, da aspirina, si traveste fino a perdere la sua identità, in questo modo apre delle finestre e invita il lettore a guardarci dentro, ma riesce pure, nei momenti migliori, a dargli gli occhi (le parole reinventano) per vedere.
Certo Gabriele Peritore un piccolo- grande rimedio ce l’ha, è la parola, la parola poetica.
Antonio Veneziani
Sanguigni, reali, crudi, i versi si combinano tra di loro senza pause, ritmati da un sottofondo jazz, inducendo il lettore a soffermarsi sulla loro valenza semantica, sempre viva, sempre profonda.
Senza remore, ipocrisie e panegirici, Gabriele Peritore agisce negli avamposti della frontiera, diventa un appassionato e coraggioso esploratore, cronista di un obbligato o volontario “in diem vivere”, additandone realisticamente e poeticamente tutte le sue aberrazioni, le sue gioie, amandone e odiandone il suo periodico oscillare… ma intensamente vivendolo.
Per smaltire le sbornie diurne e notturne, l’artista si affida alla poesia, alle sue metafore, al suo ritmo incalzante che lo porta per un momento lontano da tutti gli inquinamenti, da tutte le omologazioni…
Biagio Propato
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