Qualche mese fa sono stata chiamata per suonare in una serie di concerti in Canada. I concerti sono stati organizzati dal fondatore del Centro Scuola e Cultura Italiana di Toronto, Alberto Di Giovanni. Sono stata invitata sia in qualità di pianista compositrice, sia per suonare con gli artisti Bianca D'Amore (soprano) e Donato Angelosante (attore) in un progetto di valorizzazione storico-letteraria. Per l'occasione, oltre a portare delle composizioni mie per pianoforte solo, ho deciso di scrivere un brano dedicato alla mia terra d'origine, dove ho vissuto la maggior parte dei miei anni. Questa composizione, assieme ad altre, verrà eseguita in Prima Assoluta nella città di Toronto.
Il legame con la mia terra posso definirlo più a livello di panismo che procede da un'esigenza interiore molto radicata. In D'Annunzio, lo scrittore e poeta di origine Abruzzese, il panismo permea gran parte della sua produzione poetica, tendenza che lo porta a confondersi con il Tutto Naturale anche nella definizione e ricerca di termini naturalistici forbiti, pregnanti, musicali.
Il mio 'panismo' è qualcosa di meno evidenziato linguisticamente, è un moto interiore profondo e ancestrale che si riferisce ad un'immedesimazione 'fisica', quasi 'biologica', emulativa, corrispondente, assonante nei confronti dei tratti caratteristici naturali abruzzesi.
Quante volte ho sentito risuonare in me la ruvidità e l'imponenza delle montagne delle Gole di Tremonti, oppure la dolcezza digradante dei vigneti sulle colline chietine, oppure, lo spirito esule che riecheggia in alcuni luoghi benedetti di colui che fece 'il gran Rifiuto'.
È pur chiaro che una terra che ha dato i natali a personaggi illustri, porta con sé l'humus germinale, la radice, di alcune intuizioni che avrebbero trovato sviluppo altrove, come quella propensione crociana a stabilire una visione quantomeno solida ed esaustiva del vivente, l'amore dannunziano per l'estetismo in ogni cosa, l'analisi ovidiana del mito e del reale, la profondità siloniana di un sentire 'puro'.
È a questa radice sottintesa che mi appello, pur in una semplicità tutta musicale, senza appigliarmi volontariamente a riferimenti troppo dichiaratamente intellettuali.
Inoltre, alcuni sentimenti profondi, ma più generici e non legati strettamente alla terra, li ritrovo in alcune poesie mistiche di mia madre, che conservo in qualche modo nel mio essere.
Per cui la Musica per me, anche se non meramente descrittiva a livello di linguaggio e proprio per questa sua caratteristica, mi permette di aderire meglio a quei moti interiori più vicini alla verità sensoriale della Natura che mi ha sempre circondato, oltre a farsi veicolo di riflessioni sulla Storia del popolo che la abita da secoli, attraverso l'uso della Parola, che può essere affidata al Soprano o al Tenore (in questa Prima al soprano) per essere 'detta'.
Abbiamo avuto la possibilità di collaborare in varie occasioni e ho avuto modo di apprezzare il tuo talento come pianista, compositrice, poetessa, cantante, amante delle sperimentazioni di varie forme musicali. Già con la vittoria del Tour Music Fest avevi dato prova del tuo estro compositivo, accostando, in quel caso, il pianoforte ad effetti elettronici. Qui, invece, riprendi la tradizione operistica Romantica, intessendola di un gusto personale, legato alla tua visione intima della musica e dell'atto poetico.
Sì, in questo brano, ritorno nella classicità pura, nella bella melodia e bel canto, scrivendo un testo poetico simmetrico ed evocativo dove protagonista assoluta è "la Terra", l'habitat della gente antica d'Abruzzo. Un'opera solenne e vera, legata alla gente nobile di cui io stessa sono figlia.
Inoltre porterai il brano Magnificat. Anche In questo caso proponi una tua versione di Magnificat, in cui ti stacchi dall’originale invocazione (legata principalmente alla figura della Madonna), per mantenere solamente la solennità della preghiera mista ad un senso di meraviglia, che però viene dall’oscurità.
Dalle oscure acque profonde viene la visione nobile. L’abisso dell’oscurità assomiglia ad un mare tremebondo, l’inquietudine assomiglia ad un paesaggio incerto e grave, dove le armonie lasciano sempre un senso di sospensione. Qui, In questo paesaggio, è la visione, l’idea di una possibile preghiera a riscattarci dal senso di gravità e smarrimento. Una preghiera di qualcosa di noto, antico, sacro.
Questo pezzo nella sua struttura e compagine armonica è stato scelto per fare da sfondo alla lettura di alcuni passi del Canto XXVI dell’Inferno, il Canto dove viene presentata la figura di Ulisse, in tutta la sua umana peculiarità, assetato di conoscenza e proprio per questo un eroe condannato a vagare per sempre a causa della sua inquietudine, per aver sfidato in qualche modo i confini “divini” e che manca nelle sue azioni della giustezza divina. L’incertezza ondeggiante del mare si lega bene alla scenografia iniziale del pezzo nel suo tremolio di ottave che fanno da pedale in un pezzo dalle tinte iniziali scure ma in seguito anche luminoso.
È da questo oceano quasi indefinito che si leva il canto, da questo mare di conoscenza imperfetta umana. Da questo mare le note, come dei canti salmodici, sono destinate a rinfrancare gli animi.
Quindi, In realtà, la tua non è una vera e propria opera religiosa, ma prende in prestito alcuni connotati del “sacro”...
In un’epoca in cui c’è stato lo “squarcio” di Nietzsche che ha messo in discussione i valori fondanti e dove l’umanità dovrebbe considerarsi più “democratica”, per me questo Magnificat è il ritorno ad un senso di solennità, però intima, personale.
La preghiera dunque può essere considerata questo desiderio di Armonia personale e magari anche Universale.
E, ultimo, ma non ultimo, il brano, My Piano, un brano che fa parte dell'album Piano Universo, che ho avuto il piacere di ascoltare e recensire in anteprima nel 2019. in cui la scrittura del pianoforte esce da sé stessa per proiettarsi in una dimensione ulteriore, quasi cinematografica.
È una melodia fortemente romantica, dai toni idealistici, quasi un canto di amore e di speranza. È dedicata allo strumento per cui scrivo maggiormente, il pianoforte.
Arrivare alla sintesi per qualcosa di semplice, diretto e universale è una sfida principalmente di natura filosofica.
Questo brano verrà eseguito assieme ad “Un cuore incorrotto” di Ignazio Silone, proclama della sua idea di Libertà, pura, incorrotta, scevra da condizionamenti.
Un cuore dove l’idea di Libertà è soggettiva, come personale è la propria visione del Mondo.
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