Per la rubrica: Viva la Musica dal Vivo, Filippo Marangoni ci racconta l'emozione di portare, il progetto appena partorito, davanti al pubblico, con i Flamingo.
Dopo tantissimi anni di esperienza sui palchi di tutta la penisola suonando blues e rock blues (cover e tributi etc) ho finalmente dato impulso all'esigenza interiore di raccontare qualcosa di personale, che comprendesse le mie esperienze ed influenze raccolte nel corso della vita. La Band si chiama Flamingo, abbiamo realizzato un album blues oriented di 11 brani inediti ed ho iniziato quest'avventura componendo in solitudine linee melodiche e progressioni armoniche con il mio strumento, la chitarra. L'emozione più grande è stata poi quella di condividere le mie "bozze" con altri musicisti della Band, i quali hanno via via apportato il loro contributo ed insieme, con impegno e sacrificio abbiamo visto crescere e prendere forma a delle semplici idee che sono diventate canzoni. Un'altro fondamentale passaggio è stato quello di provare effettivamente in Studio con tutti i musicisti l'esecuzione di queste nuove canzoni ed è stata davvero una bella emozione per me che le ho concepite integralmente, quella di veder realizzare una realtà (musicale) partendo da una semplice intuizione.
In questo periodo storico un album blues oriented mi fa pensare ad atmosfere da pub, in cui la gente vuole il contatto diretto con i musicisti, sorseggiando una birra, e se la proposta non è coinvolgente si avverte subito che qualcosa non va. Immagino l'emozione e la tensione…
L'emozione prima del primo concerto di presentazione dell'Album era palpabile… quello stato emozionale che è un mix di adrenalina e preoccupazione, il momento cruciale in cui bisognava salire sul palco e mettersi completamente in gioco, suonando la propria musica e sperando che la reazione del pubblico fosse positiva. Tenendo conto del fatto che il pubblico più vasto non aveva mai ascoltato i brani del disco per cui la curiosità da un lato e la preoccupazione dall'altro erano massime. Rotto il ghiaccio con l'esecuzione del primo brano in scaletta, tutto è andato se vogliamo "in discesa", abbiamo iniziato a suonare tutti più sciolti ed improvvisare sulle strutture armoniche dei nostri brani con maggiore libertà, e mentre il concerto proseguiva cresceva via via di intensità e ciò generava un maggiore coinvolgimento del pubblico.
E questo entusiasmo avrà avuto un effetto positivo anche su di voi che vi stavate esibendo…
Sentire gli applausi, e l'apprezzamento spontaneo e manifesto della gente è stata davvero un'emozione molto bella, che ci ha ripagato del grande impegno trasfuso nel progetto, delle nottate trascorse ad arrangiare, provare e di nuovo rivedere il lavoro per cercare di migliorarlo, e che ci ha dato lo stimolo a proseguire sulla strada intrapresa sempre con maggiore entusiasmo e forza d'animo, pur sapendo quante difficoltà incontra una band di musica originale inedita.
Cosa vi ha lasciato dentro un'emozione del genere?
L'aver quindi registrato un Album e portato dinanzi al pubblico nei live la nostra musica è stata la conclusione di un percorso che ha visto apprezzare anche all'esterno ciò che era stato creato, mettendosi in gioco. Tutte emozioni positive che premiano l'impegno ed il sacrificio che c'è dietro un lavoro del genere. Il tutto può sintetizzarsi nel potere che la musica ha di unire una band nell'obbiettivo comune di fare musica con il cuore, e dell'insegnamento che deve trarsi, ovvero che è sempre importante credere in se stessi e non aver paura di esporsi, naturalmente se si è consapevoli di aver dato il meglio, il valore del sacrificio in fondo.
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