Per la rubrica: Parola ai Poeti NON Artificiali, la chiacchierata con l'autrice Barbara Dall'Idro sulla necessità della poesia e la sua urgenza.
Barbara Dall’Idro, studi classici e Laurea Magistrale in Filosofia, è una poetessa italiana. I suoi componimenti sono inseriti in diverse antologie poetiche corali e riviste d’arte e letteratura. Le poesie giovanili dell’autrice sono raccolte nell’esile silloge “Ydrentòs”; con l’opera “Il Mantello di Urano” rientra nella rosa dei selezionati al Premio Letterario Città di Como; le poesie di “Oltre il Caos Hemera” vengono scelte per la pubblicazione sulla rivista d’arte e cultura contemporanea Lollipop. È stata giudice al IV concorso poetico La Parola Vista, partecipa come ospite a diverse manifestazioni culturali nazionali ed internazionali. È inserita nell’Almanacco Poetico Contemporaneo 2024. Collabora con diversi magazine e pubblica periodicamente componimenti inediti per Disvelare Edizioni. Tutti gli aggiornamenti, in merito a pubblicazioni ed eventi si trovano sul sito ufficiale della poetessa https://www.barbaradallidro.it/.
Durante gli studi, da giovanissima ho conosciuto un’appassionata professoressa di lettere, che mi ha guidata nel comprendere la portata comunicativa della grande poesia. Ho successivamente approfondito l’argomento durante l’Università, seguendo le lezioni magistrali di Poetica e Retorica e Psicologia e Sociologia dell’Arte e della Letteratura.
Che rapporto hai con la Poesia?
La Poesia è il mio Spazio-Tempo Libero dalle leggi fisiche. Scevro di obblighi. La letteratura, non saggistica, trova verità unicamente se non è un lavoro e non lo si considera tale, se non ci si costringe. La Poesia si palesa e trova efficacia quando è esigenza, necessità.
Poesia è soprattutto lavorare con la parola, quanto conta ancora la parola in questo periodo storico nel suo massimo abuso telematico?
La parola ha sempre valore, sono i contesti in cui viene utilizzata a depredarla, assecondando il pubblico di riferimento. La Poesia è il manifesto del valore della parola e della sua dignità, contro ogni suo uso improprio. Il poeta è custode di un significato, che sente l’urgenza di descrivere, ed è ricercatore della forma perfetta per esprimerlo, la parola scelta.
Come può la parola umana competere o interagire con la parola dell’intelligenza artificiale?
Per quanto riguarda l’arte letteraria, non c’è competizione, la parola poetica è dell’essere umano, in quanto nasce da esigenze che appartengono all’uomo, lo caratterizzano. C’è un percorso emotivo dietro ogni scelta lessicale, un’evocazione intima. L’intelligenza artificiale non prova frustrazione o soddisfazione nella ricerca della parola, agisce meccanicamente e può essere utile per il marketing.
Qual è la tua opera in cui ti riconosci di più? Ce ne vuoi parlare?
Sono sempre in divenire, mi riconosco soprattutto nel presente, nei componimenti ancora inediti.
La Poesia può ancora comunicare alle nuove generazioni?
Sì, attraverso i mezzi a loro congeniali soprattutto. Cambia lo strumento con cui si diffonde la poesia, ma non l’efficacia comunicativa.
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