domenica 22 dicembre 2024

Opera DeLirica- Videopoesia

Riprese video liberamente ispirate al Mito della Caverna di Platone. Nel tentativo di cogliere l'eterno conflitto tra Caos e Armonia, come si può evincere anche dai contenuti del testo.


Testo, voce e video: Gabriele Peritore 

Musica: Marco Pofi 

Arrangiamento e prod: Carlo Zambon 

Aiuto regia video: Luigi F. Peritore 


Estratto dall'opera "Lo scompiglio" con musiche di Marco Pofi e testi di Gabriele Peritore





“Non riesco a non pensare che ciò che è dentro è anche fuori”, ecco il refrain dove prende corpo il mito platonico, nella sua dialettica poeticamente espressa fra immagini-ombre e realtà-luce, difficile da guardare direttamente, per l’uomo. Dentro la caverna gli uomini prigionieri possono soltanto osservare le illusioni, sotto forma di riflessi, ombre, ma l’io non riesce a non pensare al fuori, alla liberazione, alla possibilità di attingere una realtà più vera. Ritmo ripetitivo, litania che spinge verso la conquista della luce attraverso il desiderio e la passione. Anche a questo spinge la poesia. 

Cristina Simoncini 


In “Opera Delirica”, nelle atmosfere di paesaggi sonori batte il tempo dei remi dei versi. Il non pensare che “Ciò che è dentro è anche fuori”, il mantra che spinge a cercare oltre la realtà, oltre le ombre di uno stato delle cose, altre verità.  È spingersi nel cercare la luce anche se la luce accecava. Liberarsi è approdo nell’unione che genera nuova vita, per altre forme di luce.

Cony Ray


Un bellissimo viaggio alchemico, da fuori a dentro e da dentro a fuori, trasformativo. Davvero bravo! Sempre più bravo, tu❤️ Tutto molto bello, testo, riprese e musica. 

Marthia Carrozzo 


Minchia. È bellissima. Compiuta. Potente. Ha la forza e insieme l'essenzialità di un senso. un nuovo senso, il sesto, il settimo, il venticinquesimo.

Toti Careca


Bellissimo, parole e ritmo all'unisono. Profondo, appassionato e coinvolgente. 

Lina Gueli 


A dir poco G E N I A L E 

Stefania Giammillaro 


Stupendo veramente! Sia la poesia che il video e la musica... sintesi perfetta della tua poetica fluviale marina fantastica. Un intimismo che si riversa fuori in modo veramente avvolgente... mi viene in mente un movimento contrario di acque che vorticano intorno a un buco che invece di risucchiare le spinge fuori... poesia sorgiva che ricrea il mondo schivandone la dissoluzione

Alessandro Contadini 


Atmosfera onirica, incanto, brividi di emozione: grazie Gabriele!♥️

Maria Avanzini 


La forza dell'artista sta tutta nel comunicare a noi, comuni mortali, verità nascoste, spesso con crudezza, a volte con delicatezza ipnotica come tu sai fare magistralmente. 🔝

Maurizio Celloni


Potente!

Max Pieri 


Molto suggestiva!🙂

Gaspara Stampa 


Grazie Gabriele, molto significativo. Da meditare ogni parola. Bella e adatta anche la musica, bravi!

Claudia Martini 


È stato un piacere ascoltarla, perché mantieni sempre uno stile leggero e sospeso. 

M. P.


Il gioco delle ombre (la barca in particolare, poi le figure umane successive) e la voce "Non riesco a non pensare" diviene un loop che ora mi è entrato come un mantra. Più lo vedi più ti rimane. Ottimo l'utilizzo della pietra monumentale.

Marco Orlandi 


Molto belle le parole e anche la musica… perfetta!

Ivana Miccichè


Bellissime parole! Importante e coinvolgente! Complimenti davvero!

Alma Lico


Bello, complimenti. Un ritmo incalzante, musicale ma nello stesso tempo anche angosciante. Surreale, onirica, evanescente. Immagine e parole dense non oziose. Mi è piaciuto molto, complimenti.

Valen Tine 


Meraviglia! Veramente toccante, dolce e pieno d'ispirazione.

Benito Saluzzi 


Complimenti davvero, ho goduto a vedere belle immagini e anche a sentire la bella poesia!

Maryam


Un'avventura onirica che ti fa sfondare le pareti della coscienza. Tensione creativa che ti costringe a esplorare l'abisso che ci attraversa.

Immagini e parole intrecciate abilmente, ti portano altrove, e danzano tra le ombre di questa gemma d'autore.

Alberto Bottoni 


"Lo stesso pianto del fuoco...". Dall'idea al tutto, effusa è l'anima nel cosmo, che in lei stessa si compie. Non è da tutti rendere la tridimensionalità del sentire. Quest'opera ci riesce, in modo unico.

Viola Bruno 


Sogno di luce!

Riccardo Ragozzini


In un mondo dove l'essenza primaria è l'apparenza questo piccolo capolavoro dovrebbe essere proiettato sulle pupille di tutti noi per costringerci a guardare il mondo con i nostri veri occhi. Bravissimi 

Sandro Medici 


È sonora già nelle parole. È sonora nel commento musicale, in questo commento musicale. È sonora nelle immagini.  Da qualunque lato apri questo libro si spalanca un inizio. Potente! 

Alessandro Ciulla


Bellissima poesia di grande impatto emotivo accompagnata da video e musica superlativi. Complimenti di cuore

Valentina Ferrara 


Complimenti Gabriele, alla semplicitá delle immagini si contrappone un linguaggio poetico profondo, musica e testo si fondono alla perfezione, bravissimi!❤️

Antonio Franciosa


Perfetto l'accordo tra parola e immagine video, un gioco da ombre cinesi, sospeso tra favola e dramma, che rende l'impasto di luci e ombre di cui siamo fatti. I versi, scanditi dal refrain e di una interna musicalità, sono come un canto cosmico - riassunto nel desiderio e nell'amore umano - che agglutina i quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco. Un pensiero filosofico che si fa sinestesia poetica

Cinzia Farina


Straordinario viaggio interiore. Trovo che la tua sensibilità poetica sia commovente e coinvolgente. I tuoi versi conducono verso ed oltre il confine indefinibile dell'eternità del nostro essere e dell'universale destino.

Giacomo Carioti


Con Gabriele Peritore ombre, visioni e tentennamenti ci accompagnano nella ricerca del vero. La voce dell’autore si fa eco del reale, eco che oscilla tra più dimensioni: onirico, apparenza e verità.

Barbara Dall'Idro 


Un ipnotismo culla l’ascoltatore che oscilla nel ripetersi di un urlo composto. Il sogno, il sangue, la luce, sono tutti slanci vitali espressi con la grazia delle onde del mare.

Giulia D’Anca


Molto bella. La lettura e la musica hanno un ritmo sincopato, che è proprio quello delle domande che restano senza risposta eppure (o forse per questo) continuano incessanti.

Cinzia Pagliara 

Molto bella 

Miriam Piro

Ho sempre creduto che l'opera, attraverso la musica, il dramma e lo spettacolo, sia uno specchio che riflette le nostre esperienze, invitandoci a esplorare le profondità delle nostre emozioni e ad affrontare la complessità dello spirito umano. Immagini e parole "si innamorarono". Tutta la varietà, tutto il fascino della vita, tutta la sua bellezza è fatta di luce e ombra. Nella vita bisogna essere sognatori, perché se non sogni "muori". Complimenti per tutto.

Marzena Anna Tynior

“Non riesco a non pensare che ciò che dentro è anche fuori… follemente scalpita la luce, oltre la roccia”, oltre il muro… Siamo prigionieri delle nostre ombre. La luce un atto di coraggio, forse amore. Sperimentazione artistica seducente.

Antonella Caggiano 


Il dentro e il fuori convivono nello stesso sguardo, ma la visione pesa nei suoi confini, non va oltre il quadro, si limita in un piccolo spazio. L’occhio del video di Gabriele Peritore scandaglia il muro e il pavimento, in cerca di qualcosa. Così incontra disegni di ombra, un carosello di forme che non può riconoscere, né nominare. Questa è la realtà, l’unica verità per chi non ha esperienza diretta del mondo.

Luigi Colagreco 




 




 














domenica 8 dicembre 2024

Fred Buscaglione: quella miscela di swing e ironia

Per la rubrica: Archeologia musicale, il passaggio dagli anni quaranta ai cinquanta, in Italia, quando il modo alternativo e divertente di fare musica era ancora lo swing, e c'era chi lo sapeva fare alla grande. 



Un cappello a larghe falde sulle ventitré, un doppiopetto gessato e un paio di baffetti da sparviero, fanno balzare immediatamente alla mente l’immagine di Fred Buscaglione, un po’ gangster un po’ guascone. Un’immagine costruita ad arte, ispirata alla figura di Clark Gable, e impersonata con estrema naturalezza, perché cucita su misura. Come la risata da gradasso e l’uso del fischio- classico richiamo da uomo di strada- presenti nelle incisioni e nelle sue esibizioni. Fred (Ferdinando) Buscaglione, a dispetto dei natali poveri ha sempre studiato musica fin da bambino, anche al conservatorio di Torino (la città in cui è nato nel 1921) finché le finanze hanno permesso. Quando non ha potuto più frequentare le scuole ha continuato comunque a fare musica, ovunque e con qualsiasi strumento, pur di suonare, facendo dei lavoretti di bassa manovalanza per mantenersi. Fino alla chiamata alle armi per la seconda guerra mondiale. Ma non c’è guerra che tenga per uno come lui. L’amore per la musica è più forte, così anche da prigioniero in Sardegna trova il modo di intrattenere i suoi commilitoni. Venendo a contatto con le truppe straniere si impratichisce con i ritmi d’oltreoceano. Rock’n’roll, tango, milonga, merengue, rumba, ma soprattutto swing. La capacità di far tesoro di ogni esperienza gli permette di mettere su una band, gli Asternovas, composta da amici musicisti in grado di swingare tutto, ma proprio tutto, in presa diretta, e anche di cambiare genere al volo in base all’esigenza. Di passare, ad esempio, dallo swing al tango con tutti gli strumenti nel tempo di una battuta, nel caso in cui dalla frenesia urbana si doveva passare alla tematica della gelosia. Grazie al rapporto di amicizia fraterno con lo scrittore Leo Chiosso può costruire a tavolino l’immagine che porta in giro per l’Europa, anche nei più infimi locali. Esperienze queste che, però, contribuiscono a alimentare la sua leggenda. Un vero e proprio personaggio che parla e si muove come uscito da un romanzo hard- boiled. I testi si avvicinano prevalentemente alle tematiche del genere Bulli&Pupe. Il bullo ovviamente è lui. In molti dei brani più belli si presenta con tutta la sua spavalderia ed è un piacere per le orecchie ascoltare ancora oggi: Whisky Facile, Io Piaccio, Che Notte, Il Dritto Di Chicago, Le Rifififi. Tra la gente dei localetti di periferia il successo è immediato ma la celebrità è ancora lontana. Non è facile imporre il suo personaggio negli anni cinquanta. Un periodo storico in cui il nostro Belpaese subiva enormi cambiamenti. L’avvento del rock’n’roll, l’avvento della televisione, e i gusti degli italiani che si dividevano tra Domenico Modugno e Nilla Pizzi. Difficile soprattutto per lui che sceglie di presentare tematiche legate al sesso, all’alcol, alle botte, tutto comunque proposto e infarcito da un’impareggiabile ironia e altrettanta capacità di tenere il palco. Per ogni brano sceglie delle storie da raccontare con il suo stile da istrionico guitto e le porta in scena con gli Asternovas pronti, prontissimi, a trasformare in partiture le sue idee e a improvvisare se necessario. Il successo vero arriva nel 1958 con l’intramontabile Eri Piccola Così, brano che parla della gelosia e dello strapotere delle donne anche sull’uomo più duro. Tematiche che aveva già messo a fuoco con l’altrettanto celebre Che Bambola o anche in Teresa Non Sparare. Era sua abitudine prendere notizie fresche e ridurle in piccole storie da cantare, come nel caso della casalinga che spara al marito infedele. Oltre le sue capacità interpretative e dallo swing le sue storie erano arricchite da innovativi effetti sonori che ricreavano nell’incisione, sirene, frenate, sgommate, strilloni, tutto il mondo della strada, insomma. Proprio grazie a queste caratteristiche Fred Buscaglione è da annoverare tra gli artisti di quel momento che hanno contribuito notevolmente al cambiamento dei gusti musicali. La sua cifra stilistica già esplosiva si espande ancora di più grazie al suo lato romantico che lo porta a interpretare lo spaccone dal cuore tenero. Nella sua produzione sentimentale troviamo capolavori indelebili come Guarda Che Luna, Criminalmente Bella, Love In Portofino e come non citare Una sigaretta, Buona Sera (Signorina), e ancora Carina e Non Partir. In cui vengono esaltati il suo rispetto e la sua adorazione per le donne. La bellezza femminile è il centro dell’universo e il desiderio maschile gravita attorno con galante corteggiamento generando follia, felicità se contraccambiato appena da un semplice sguardo; tormento, sofferenza se non ricambiato. In poco tempo ha disseminato di genio le sue numerosissime creazioni ed è un peccato non poterle citare tutte. Ognuna andrebbe ascoltata come merita. Aveva trovato la strada per le luci della ribalta e le percorreva ogni notte alla massima velocità. Era richiestissimo da TV, radio e cinema. Proprio una di quelle albe del 1960, dopo una notte allegra, in cui si doveva recare a registrare uno spot pubblicitario, sfrecciando ad alta velocità con la sua Cabrio, si schiantava contro un camion che trasportava porfido. Uno scontro, proprio come nelle sue storie, la fine della vita, l’inizio della leggenda. Una scintilla la sua manifestazione artistica impressa con un sorriso nel firmamento della Musica. 













domenica 1 dicembre 2024

La poesia è tutto ciò che so

Per la rubrica: Parola ai Poeti NON Artificiali, la chiacchierata con l'autrice Asia Vaudo sul valore della lentezza e su quanto possa propagarsi l'onda della Poesia. 



Asia Vaudo è laureata in filologia moderna e da diversi anni porta laboratori di poesia nelle carceri italiane. Dall’attività svolta sono nate delle antologie e una biografia scritta con un ex detenuto. Porta i laboratori anche in alcune scuole di Roma. È direttrice artistica del Poetry Village di Roma, conduce e ha condotto diversi eventi letterari in Italia, tra cui diverse volte al Museo MAXXI. Ha all’attivo cinque pubblicazioni.  


Quando ti sei accorta che per te la poesia è un'importante forma di comunicazione? 

Ho sempre saputo l’importanza della poesia, che arriva laddove tanto altro non riesce a giungere. Ho sempre amato scrivere, da quando sono piccola. Ho avuto una meravigliosa maestra alle elementari che mi ha sempre spronata a farlo. Ho sentito il bisogno di fare poesia soltanto negli ultimi anni, poiché ho capito la natura fortemente lirica e poetica della mia prosa. Così ho iniziato un processo di “asciugatura”, lasciandomi incantare dalla parola che splende essenziale sul foglio bianco. 

Che rapporto hai con la poesia? 

La poesia è il mio modo di amare, di stare nel mondo nella maniera più autentica. Di arrivare agli altri, di permettere a chi mi legge di specchiarsi in ciò che scrivo. La poesia è visione, materia, fuoco bruciante. La poesia è tutto ciò che so. 

Poesia è soprattutto lavorare con la parola, quanto conta ancora la parola in questo periodo storico nel suo massimo abuso telematico?

Siamo in un periodo in cui si corre continuamente, e nella frenesia dei giorni ci stiamo dimenticando della lentezza. Rieducarsi alla parola significa ritornare alla lentezza, al suo antico significato. La parola ci costringe a fermarci sul foglio, come fa una farfalla su un fiore. Solo fermandoci possiamo ricominciare a sentire il profumo di tutto ciò che ci circonda. 

Come può la parola umana competere o interagire con la parola dell'intelligenza artificiale?

Sono convinta che l’intelligenza artificiale non sostituirà mai il valore della parola poetica, la sua forza. Per scrivere una poesia occorre un’anima, e l’intelligenza artificiale non ce l’ha. Non si può “creare” l’anima. Nessun robot o ciò che non è umano potranno mai scrivere una vera poesia. Saranno soltanto imitazioni senza alcuna autenticità. 

Qual è la tua opera in cui ti riconosci di più? Ce ne vuoi parlare? 

Un’opera che mi sta molto a cuore è Storie di vecchie e di pane, una plaquette, un prosimetro in edizione limitata con la prefazione di Davide Rondoni e le tavole di Roberto Pavoni, per le edizioni di Lamberto Fabbri. Un’opera in cui indago la dimensione della “vecchiezza” in tutte le sue sfumature, da quella ironica a quella erotica, e paragono la pelle, la carne dei “vecchi” alla consistenza del pane. 

La Poesia può ancora comunicare alle nuove generazioni? 

Certo, la poesia comunica con le nuove generazioni e continua a farlo. Conosco tantissimi giovani poeti che quotidianamente incontrano il valore profondo del verso e ci lavorano con pazienza e passione.