mercoledì 8 gennaio 2025

Cenni biografici

 GABRIELE PERITORE 




Nato ad Agrigento. Ha conseguito la laurea in Farmacia presso l’università degli Studi di Palermo.

Vive e lavora a Roma come: 

farmacista preparatore galenico, 

poeta, scrittore, operatore culturale attivo in svariate manifestazioni di carattere nazionale e internazionale,

blogger, gestisce l'omonimo blog in cui si occupa di Cultura e Controcultura, Poesia e Pirateria. Precedentemente (2016/2019) è stato caporedattore centrale della testata giornalistica online Magazzini Inesistenti. 

Videomaker, ha realizzato la videopoesia Benvenuti nel primo mondo, vincitrice del  Concorso nazionale SINESTETICA per poesia inedita videopoesia. E la nuova Opera DeLirica appena pubblicata 



Pubblicazioni:

“L’isola confine” (romanzo, 2014, Edizione Libreria Croce)

“Vino e Venere” (romanzo, 2012, Edizioni Libreria Croce).

”A respiro trafitto” (poesie, 2004, produzione clandestina).

“Io sono la vera vite”, simbologia e fitoterapia delle piante dei Vangeli (saggio, 2007, Edizioni Libreria Croce).

“Luigi Filippo Peritore, intellettuale agrigentino” (saggio monografico, 2008, Ca. Gi. Editore).


Antologie:

”E il naufragar m’è dolce in questa radio…..” (poesie, 2003, Il Filo Edizioni).

“Peccati veniali” (racconti, 2004, Coniglio Editore).

“La congiura dei poeti” (2005, Fabio Croce Editore).

“Il resto è poesia” (2005, Regione Lazio – Lettere Caffè).

“100 poesie di odio e di invettiva” (2007, Coniglio Editore).

"Cartoline da Firenze" (2022, Giulio Perrone Editore).


È uno dei poeti protagonisti del documentario “Poeti” del regista Toni D’Angelo in concorso alla 66ima edizione del Festival del Cinema di Venezia 2009.

Nel 2010 una poesia tratta dalla silloge “A respiro trafitto” diretta dal video artista Quinto Ficari ha partecipato allo ZebraPoetry FilmFestival di Berlino, il più importante festival di videopoesia in Europa.

Ha curato, inoltre, la pubblicazione delle opere inedite di Luigi Filippo Peritore “Il fascino di un’isola e delle sue contraddizioni”, vincitore del premio “Libro dell’anno 2008, opera antologica” (Ca. Gi. Editore) e la monografia del pittore Giorgio Pirrotta (2009).

Ha dato vita, insieme agli amici poeti Cony Ray e Marco Orlandi, al progetto “La Poesia E’ Reale” in collaborazione con il circuito delle biblioteche di Roma e a sostegno di Emergency.

Presente alla Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati in qualità di poeta per un progetto a favore dell’Aquila: L’orizzonte perduto e il dolore trattenuto.

A ottobre del 2020 è stato insignito di una menzione speciale per la poesia “Cadenza” all’interno del Premio Internazionale I Colori dell’anima e il Gran Premio della Giuria per la poesia “Il segreto del profeta” al Premio Nazionale Ossi di Seppia nel febbraio del 2021. Sempre nel 2021, in primavera, una menzione d'onore per il racconto "Il canto dell'africano" al Premio Nazionale Lorenzo Montano.

La silloge inedita "Canti galenici" si aggiudica il terzo premio al Premio Nazionale AlberoAndronico. Nella primavera del 2022.

Nel giugno 2022 rappresenta l'Italia insieme alla poetessa Marthia Carrozzo al Festival Internazionale di poesia di Sidi Bou Saïd.

Nel 2023 realizza insieme al figlio Luigi Filippo, la videopoesia sperimentale "Benvenuti nel primo mondo".

Suoi testi sono tradotti in inglese. 











domenica 5 gennaio 2025

Elmore James e gli anni in cui il Blues diventa Rock

Per la rubrica: Archeologia musicale, ci proiettiamo in uno dei primi momenti in cui il blues diventa rock, nella scena musicale dei primi anni cinquanta a Chicago. 



In un filo elettrico, un filo collegato all'amplificatore che espande il suono a svariati metri di distanza, confluisce tutta l'elettricità condensata nell'atmosfera tesa degli inizi degli anni cinquanta, quando, un paese come gli Stati Uniti d'America che potrebbe cullarsi sugli allori della vittoria del secondo conflitto mondiale, invece, sente sulla propria pelle il formarsi delle prime crepe nel sistema democratico fondato sul capitalismo liberale. Inizia a diffondersi, in maniera assurda, una grande immotivata paura del nemico comunista, forse per colpa di governanti non all'altezza della situazione, come è successo in tante occasioni e come succede tuttora, o forse per le guerre che scoppiano in giro per il mondo, appogiate, sempre in maniera non dichiarata, dai piani alti dell'ex Unione Sovietica, come quelle in Corea, o la rivoluzione che sovverte ogni sistema, nella vicinissima cuba, proprio sotto casa, guidata da quei maledetti seminatori di utopia quali Fidel Castro e Che Guevara. Il concetto di famiglia, lentamente si sgretola, sotto i colpi subdoli dell'incomprensione tra le generazioni, che non sanno comunicare tra di loro. Il dialogo si è interrotto. I giovani non sanno come sfogare la tensione interiore, se non nell'alcool, nell'autodistruzione, nell'abbrutita voglia di sopraffazione. Chi ne ha la possibilità si mette in sella alla moto cercando il brivido della libertà, scorrazzando per le sconfinate distese, dovendo comunque fare i conti con i confini interiori. I cercatori di libertà non sanno ancora aggregarsi e la rivoluzione beat arriverà soltanto qualche anno più tardi. Il clima di "caccia alle streghe" che incute la paura dell'estraneo, genera seminatori di utopia all'interno del sistema stesso. Dal punto di vista musicale i portabandiera di un certo genere di sonorità folk vivono un momento complicato. I suoni delle radici non sono più in grado di soddisfare le necessità espressive delle nuove generazioni desiderose di musica più vicina ai loro gusti. Si è ormai creata una profonda spaccatura; il blues legato al linguaggio dell'improvvisazione e al rag, e poi allo stride style, viaggia verso sonorità jazz che si dividono in infinite ramificazioni, mentre i tradizionali bluesmen, che sono sopravvissuti alla depressione economica degli anni trenta, per evolvere il loro linguaggio adottano una forma di amplificazione attraverso l'elettrificazione della chitarra, come Sister Rosetta Tharpe (vedi sotto), Lonnie Johnson (vedi sotto) o T-Bone Walker (vedi sotto) autori dei brani tra i più belli degli anni quaranta. A raccogliere la loro eredità è un giovane virtuoso delle sei corde: Elmore James. Quando Elmore si esibisce in un locale il suono della sua clhitarra si sente già a vari metri di distanza, tale è la potenza e l'energia che mette nel suonarla. Una volta dentro il locale è impossibile resistere al ritmo dettato dalle battute del suo strumento, bisogna muoversi, dimenarsi, lasciare andare il corpo alle cadenze rock, anche se sta suonando del blues. Sono le prime prove di evasione di massa, attraverso un genere musicale che viene dal termine rocking, che indica il movimento dondolante della danza, ma che vuole alludere al simile movimento del sesso. Con la sua chitarra Elmore riesce ad intrattenere il pubblico per ore, e questo per lui è soltanto il riscaldamento, poi si scatena con i suoi pezzi. Elmore James, nel suo girovagare, si porta dietro le sonorità del Mississippi, dove è nato, da una madre nella prima adolescenza e padre sconosciuto. Sin da giovanissimo mostra immediata propensione per il ritmo e la velocità di arpeggio e i riff che crea, utilizzando il vibrato dello slide e l'elettrificazione dei volumi, forniscono un sound robusto, anche morbido nella sua durezza, che probabilmente è il ponte tra il blues delle radici e il rock. Uno dei primi brani che incide è Dust My Broom, nel 1951, forse l'esempio più palese delle sue qualità; è un classico di Robert Johnson, ma rivoluzionato da un'introduzione travolgente, caratterizzata da un riff alla chitarra che influenzerà generazioni di musicisti a seguire, e che diventerà una delle sue firme più collaudate. Riesce anche a valorizzare il suono, elaborato qualche anno prima dal talentuoso Tampa Red, che addensa le sonorità del blues del delta a quelle più cittadine, e che prenderà il nome di Chicago Blues. Elmore lo ama a tal punto da interpretare a modo suo un cavallo di battaglia del musicista, It Hurts Me Too. Così come ha continuato a fare nel corso degli anni e delle registrazioni, reinterpretando e collocandoli sotto una nuova luce, brani di svariati autori come Willie Dixon, Pinetop Green, oltre a quelli già citati. Fino ad arrivare a pezzi in cui compare personalmente come autore, come ad esempio The Sky Is Crying del 1960, un blues lento in cui si sente tutta la sua intensità vocale e di musicista. In quegli anni in cui incominciano a muovere i primi passi artisti come Ike Turner, Jerry Lee Lewis, Elvis Presley, Billy Halley, Chuck Berry, che affilano i loro strumenti e affinano la tecnica che porterà al genere musicale che rivoluziona le partiture di tutto il mondo, Elmore James, con la sua energia e intensità, è uno dei protagonisti assoluti di quel periodo ormai elettrico in tutto e per tutto. Fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1963 a soli 45 anni per un arresto del suo debole cuore.


Sister Rosetta Tharpe:

T Bone Walker:

Lonnie Johnson: