domenica 26 marzo 2023

Nick La Rocca: una luce italiana all'alba del jazz

                                                    


Come succede anche attualmente era difficile vivere di sola musica nella New Orleans degli inizi del Novecento. Il padre lo ripeteva sempre al piccolo Dominic, chiamato Nick per abbreviare, il quale aveva una passione pura e incontenibile: non riusciva proprio a fare a meno di sfilare la tromba del padre dalla sua cornice sulla parete. Prima per gioco e poi per esercitarsi seriamente. New Orleans di inizio secolo è un crogiolo ribollente di razze ed etnie diversissime tra loro. Alle due comunità più grandi, Quella afroamericana e quella francese, vanno aggiunte altre corpose comunità di spagnoli e italiani. Tra gli italiani ben 30.000 sono siciliani. Una di queste famiglie è quella di Nick. I La Rocca partono dalla Sicilia, da Salaparuta, perché il giovane Girolamo, da poco sposato con Vita, non riesce a sostenere le spese del fresco matrimonio con i suoi piccoli guadagni da ciabattino. New Orleans in quel periodo è una delle città degli Stati Uniti che permette facili assunzioni per i suoi vasti campi di cotone e per il suo fiorente porto fluviale che tanto comunica con l'Italia, importando agrumi dalla Sicilia e facendo lavorare il cotone nell'industria tessile di Genova: il tessuto ricavato, di ritorno in America, verrà ribattezzato jeans. Girolamo e la moglie decidono di stabilirsi nella cittadina della Louisiana per iniziare una nuova vita e finalmente mettere su famiglia. Porta con sé la sua tromba, o meglio la cornetta, il ricordo di quando era bersagliere e suonava nella banda In presenza del generale La Marmora. La incornicia come un cimelio, minacciato soltanto, qualche anno dopo, dall'arrivo del piccolo Nick e dalla sua passione irrefrenabile. La tromba è spesso motivo di grosse liti tra il padre e il figlio, nel tentativo di fare comprendere all'aspirante musicista i valori del "lavoro vero", che richiedono sacrificio e impegno, e soprattutto che l'arte non dà il pane. Le parole accorate provengono da un uomo che ha conosciuto la fame, mentre Nick sente l'esigenza di assecondare fin da ragazzino la propria personalità, focosa, turbolenta e ambiziosa. Il padre, per non fargli toccare la tromba, in un gesto estremo, dettato dalla rabbia, distrugge lo strumento, per poi colto da pentimento, ripararlo. Questo episodio si ripete spesso in casa La Rocca e, in questo clima, cresce Nick, costretto a nascondersi nei posti meno appropriati per allenarsi a suonare, disturbando l'intero vicinato. Fin quando, all'età di 15 anni, non perde il padre e scopre il dolore, ma anche la libertà. A New Orleans grazie alla commissione di etnie, per le vie, nei luoghi di lavoro, nei locali, si sente suonare tantissima buona musica, ma prevale, tra le altre, l'improvvisazione a turno di strumenti in assolo sul blues, un genere che forniva le basi al jazz, che nello slang locale veniva chiamato jass. In particolare il jass di New Orleans, così eclettico e vitale, veniva definito Dixieland jass. Nick studiava con ammirazione le improvvisazioni alla cornetta del grande Buddy Bolden su cui si esercitava improvvisando i suoi assolo, che nascevano dall'imitazione dei suoni di tutti i giorni, i versi degli animali e i clangori metropolitani. Con le prime esibizioni e i primi guadagni può permettersi un nuovo strumento e di conoscere la gente giusta per formare il primo nucleo di un'orchestra, con cui non ci sarà manifestazione pubblica della sua città in cui non suoneranno. Uno dei pochi bianchi in un genere prevalentemente nero afroamericano. Presto si accorge che per avere più ingaggi deve snellire l'orchestra, portandola a una band di cinque elementi, tra cui un altro oriundo italiano, Tony Sbarbaro alla batteria. Durante un evento sportivo di importanza nazionale vengono notati dal produttore Johnson della Victor che propone loro di incidere un disco. Così, nel 1917 nasce "Livery Stable Blues", di Nick La Rocca And The Original Dixieland Jass Band (termine in seguito sostituito con Jazz), una delle prime incisioni del genere, che grazie a brani come Tiger rag, Clarinette Marmalade, dal ritmo energico ed energetico per chi li ascolta, venderà più di un milione di copie, contribuendo a diffondere il jazz a livello nazionale e internazionale. Grandi artisti come Louis Armstrong si formeranno su questa incisione, proponendo i brani che ne fanno parte come standards. La fama di Nick La Rocca e la sua band li porterà a suonare per la famiglia del re d'Inghilterra, Giorgio V. I successi si susseguono costanti, a livello mondiale, ma il carattere di Nick rimane sempre lo stesso, anzi, con la pressione crescente, peggiora, non riuscendo a evitare litigi furibondi, fino allo scontro fisico, con gli altri membri della band, arrivando all'inevitabile scioglimento. Il carattere turbolento e ambizioso che ha portato La Rocca alla vetta del successo lo ha anche precipitato nel baratro dell'oblio. A distanza di cento anni forse è arrivato il momento di tirarlo fuori da questo oblio, riconoscendo la sua importanza nella diffusione del jazz e rendendogli gli onori che merita.




 


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