Per la rubrica: Viva la Musica dal Vivo, il racconto del batterista Luca Caponi che condivide con noi l'emozione di un concerto dal sapore intimo e gioioso nato estemporaneamente in una situazione particolare…
Diplomato in Strumenti a Percussione presso il Conservatorio “A.Casella” dell’Aquila, ha conseguito in seguito il Biennio superiore di Musica Jazz e quello di Strumenti a Percussione con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Roma “Santa Cecilia”. Collabora in maniera continua con Open Trios di Giovanni Bietti, con il quale registra il CD “Ludus Herodis” (Ed.MAP) e con cui, tra l’altro, ha avuto la possibilità di esibirsi costantemente. Collabora dai primi anni 2000 con Gabriele Coen (sassofonista-compositore) con il quale ha registrato 6 CD. Ha collaborato con l’attore Ascanio Celestini nello spettacolo-concerto “Canzoni impopolari”. Collabora con il chitarrista flamenco Matteo D’Agostino, con il quale registra in duo il CD “Aquí me encuentro”. Collabora con il gruppo “Así” con il quale ha registrato tre CD: “Asicomolasflores” (ed.Trelunerecords), “Luna che mira ad Oriente”, “Así” (ed.Jandomusic) ed un digital album “Shurùq”-Así Quartet (Bandcamp.com). Tra le varie collaborazioni:Il pianista-compositore Antonio Cocomazzi, con il quale registra il CD “Mare Solo” (ed.MAP) come marimbista-batterista-percussionista, il gruppo Baltabarèn (2 CD, esibizioni a Roma e dintorni e in giro per l’Italia), la cantante Nada Malanima, con la quale collabora nel tour estivo del 2000, il cantante Canio Loguercio (Auditorium di Roma 2021,Teatro Ichos di Napoli).
Ho la fortuna di conoscere Luca da tanti anni, eccezionale sia come persona sia come musicista. Ho la fortuna di conoscere il suo talentuoso modo di suonare e non potevo non chiedergli quale fosse il concerto che più gli è rimasto nel cuore. Non se lo è fatto ripetere due volte, appunto, e immediatamente sono partiti i ricordi…
Tutti abbiamo grandi emozioni che continuano a viverci dentro come ricordi: noi musicisti collezioniamo nell’anima le impressioni assonnate dei viaggi, l’odore di polvere dei teatri, l’aria umida dell’erba intorno ai palchi estivi, il fremito di certi applausi e il tremore di alcune incertezze. Certe giornate, come nel resto della vita, lasciano un’impronta più profonda di altre. Mi piacerebbe condividere brevemente una mia esperienza che, tra tante, è stata per me molto significativa e vitale. Il ricordo è vicino, datato 7 settembre 2024, giorno in cui il mio carissimo amico Matteo D’Agostino, straordinario chitarrista, si è sposato con Patrizia, che per l’occasione ha pensato di fargli una sorpresa indimenticabile, ingaggiare uno dei miti musicali assoluti di Matteo (ed anche mio!) il flautista-sassofonista Jorge Pardo. Per chi non lo conoscesse basti dire che ha suonato per anni nello storico gruppo di Paco De Lucia e più recentemente ha vinto un Grammy per un album composto insieme a Chick Corea. Per approfondire https://es.wikipedia.org/wiki/Jorge_Pardo_(músico).
Immagino già l'atmosfera di festa, il vino, la gioia, la condivisione… molti dei presenti erano musicisti…
L’atmosfera era naturalmente gioiosa, parecchi degli invitati lo conoscevano e condividevano la nostra emozione, gli altri sapendo che c’era un famoso musicista tra di loro che si sarebbe esibito, erano eccitati ed incuriositi. Le prove nello stanzino (io suonavo sul tavolo), prima di salire sul palco, avevano il sapore dell’avventura totale: si stabilivano stop, cambi di tempo e di tonalità mai provati, con pochi minuti per memorizzarli, con grande gioia e divertimento, con la voglia di metterci alla prova, sull’orlo dell’incertezza. Tutto andò magnificamente, la musica fu la pietra preziosa di una delle più belle serate che ricordi, i due sposi furono splendidamente onorati e la serata proseguì al tavolo tra brindisi e risate, insieme a Jorge, persona straordinariamente profonda, come musicista e come essere umano. L’atmosfera del palco per noi era completamente diversa dalle tante atmosfere diverse vissute in anni di musica: era la festa di due cari amici uno dei quali era lì sul palco con me e Mariano (cantaor e chitarrista straordinario che aveva lavorato in Argentina con Jorge ed era stato il tramite per realizzare questo incontro): tutti noi eravamo lì per fare musica e con la musica festeggiare insieme, senza nessun pensiero professionale e lavorativo. Questi sono solo alcuni dei ricordi di quella giornata (seguita da una fantastica cena a casa mia esattamente una settimana dopo, con Matteo e Patrizia, Mariano e Pilar, Jorge insieme al suo manager Reginaldo e la figlia di quest’ultimo Sayuri, cena coronata da una jam nella mia stanza “intorno a mezzanotte”, grazie al fatto che i vicini erano ancora in vacanza),
Cosa ti emozionava così tanto nel suonare con Jorge Pardo? Lo conoscevi già?
Avevo visto Jorge esibirsi dal vivo due volte, una volta a Roma con il suo trio storico (con Carles Benavent e Tino Di Geraldo) e una volta all’ EJE (European Jazz Expo) di Cagliari, dove anch’io ero presente per suonare, ed incontrandolo a pranzo in hotel ero andato a salutarlo e a farmi una foto con lui, che gli mostrai subito in questa occasione (nello stesso festival ebbi l’onore di conoscere il chitarrista John Scofield).
Cosa ti è rimasto dentro di questa giornata e di questo concerto?
Di quel giorno mi resta impressa la veloce scossa elettrica che sentii nel petto la mattina, mentre si scherzava e rideva, suonando sul palco con Matteo e Mariano, durante il sound check. Preso dalla musica e dall’allegria della giornata, sotto il bel sole romano di Settembre, quasi senza memoria e coscienza mi godevo il momento, finché, avvicinandosi mezzogiorno, Matteo mi risveglia, dicendo: “Ragazzi, tra 10 minuti arriva JORGE!”…
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